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Correggio da Sotheby’s? Anche i migliori sbagliano

Sotheby’s continua a far parlare di sé. Questa volta però non per cifre record (come da un po’ di tempo ci ha abituati) ma per un’attribuzione errata, della serie anche i migliori sbagliano!

«Sotheby’s sbaglia, quel Correggio non è autentico»

Marzio Dell’Acqua

Da Sotheby’s New York il dipinto in questione è stato presentato come un importante, un fantastrafigo, un meraviglioso Correggio, uno dei più illustri pittori italiani.
Il soggetto, una Maddalena leggente, parte da una base d’asta di 4,5 milioni di dollari. A quanto pare il prezzo è basso se il dipinto appartenesse realmente all’Allegri, insomma un’offertona!

«In realtà è una mediocre copia del capolavoro del Correggio andato perduto – sentenzia Marzio Dall’Acqua, esperto storico dell’arte e critico -, una delle tante spuntate in tutta Europa tra il Seicento e l’Ottocento».

Il quadro, ovviamente, è rimasto invenduto!

Prevedibile direi, visto che siamo in un mondo ultraconnesso in cui le notizie viaggiano alla velocità della luce. In questi giorni il quotidiano spagnolo El Pais mette in allerta: «Il giornale di Madrid osservava infatti che la tela era stata venduta per 4.750 dollari, 4.200 euro al cambio attuale, – fa notare Dell’Acqua – e infatti il titolo dell’articolo di El Pais è ”Quanto vale questo dipinto: 4200 euro o quattro milioni?”. La vendita, spiega sempre El Pais, era avvenuta nel gennaio 2018 presso una casa d’aste americana sconosciuta: Phoebus Auction. L’attribuzione su quella vendita a un privato affermava che si trattava “di una ripresa del XVII secolo di una copia accreditata di Palazzo Pitti a Firenze”. Ma Sotheby’s, non considerando rilevanti queste informazioni, ha preferito, per l’attribuzione, basarsi sull’opinione dello storico dell’arte David Ekserdjian».

Dall’Acqua fa notare che l’immagine pervenutaci mostra un’opera molto danneggiata e di conseguenza «difficile da leggere nella sua qualità originaria. E nell’intervista su El Pais, inoltre, Ekserdjian dimostra di non averla vista dal vivo, poiché non sa nemmeno di che legno è fatta la tavola su cui è stata dipinta, mentre lui stesso è tra i pochissimi critici convinti che l’originale fosse la Maddalena di Dresda, perduta nei bombardamenti del ’44, che era dipinta su rame».

Marzio Dall’Acqua evidenzia che, oggi, il problema «è quello di un mercato eccitato che muove solo capolavori, con scoperte eclatanti e con ricadute colossali sui mass media. Il mercato non è più fatto da grandi collezionisti che erano anche grandi esperti d’arte. Ma il fatto che, alla fine, l’opera non sia stata venduta dimostra fortunatamente che c’è ancora una speranza in un collezionismo con la testa sul collo e gli occhi ben aperti, dunque non avventuroso né avventurato».

Lo storico continua affermando che non è più possibile fidarsi dell’occhio, alla vecchia maniera longhiana «ma a un collegio di esperti a livello internazionale che esaminino dal vivo l’opera supportata da ricerche documentarie archivistiche da una parte e scientifiche dall’altra. Questo quadro del Correggio è l’opera del maestro più copiata nei secoli: quasi tutte le corti europee ne avevano una, perché Correggio la dipinse nel 1517, data in cui Isabella D’Este va a Sainte-Baume nella grotta dove secondo la tradizione era vissuta e morta Santa Maria Maddalena: lì c’era una statua che la rappresentava distesa. Ma Correggio, originalmente, la dipinge intenta a leggere un libro. La sensualità è, come sempre nel Correggio, intensa, ma qui l’erotismo si involve su se stesso, riflette sulla rinuncia alla carne: ecco il fascino di questa ideazione del Correggio».

Quel che sappiamo è che il dipinto è andato perduto, e che un esame più approfondito sarebbe stato necessario, una bella campagna diagnostica avrebbe fatto la differenza.

Perché fare analisi approfondite quando puoi scegliere un metodo totalmente empirico. Errare è umano, del resto avere una controprova scientifica è scomodo!

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Chiara Martine Menchetti: Storica dell’arte specializzata in iconografia e iconologia con una specializzazione in Storia dell’arte all’università di Pisa. Si forma professionalmente prima come assistente di galleria, Barbara Paci, poi come Direttrice della Galleria Vecchiato Arte. Dal 2019 collabora per Art-Test, società di studi e analisi diagnostiche, per attribuzioni e autenticazioni. Fondatrice del blog Mag Arte, vive di arte e di mare. Ma il suo vero sogno sarebbe stato fare la cantante, cabarettista e ballerina.

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