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Isabella Stewart Gardner Museum e il furto di 13 opere d’arte

Conoscete la storia di Isabella Stewart Gardner nacque a New York il 14 aprile 1840.

Isabella Stewart Gardner, fondatrice dell’omonimo museo a Boston

Isabella Stewart Gardner, ereditiera con la passione per l’arte

Suo padre divenne ricco grazie al commercio irlandese del lino e successivamente investì nelle miniere di rame del Midwest. Alla morte del padre, nel 1891, Isabella Gardner ereditò più di un milione di dollari e, di comune accordo con il marito, decise di investire in opere d’arte. Consigliata dall’allora giovane studioso Bernard Berenson, isabella acquistò dipinti di artisti quali Tiziano, Rembrandt ed altri grandi opere.

Da colezionista a creatrice di un museo

Rendendosi conto che la collezione era degna di quella di un museo, i coniugi acquistarono un terreno a Boston dove poter costruire un edificio che avrebbe messo in mostra al pubblico la loro grande collezione d’opere d’arte. Nel 1903 il museo fu aperto al pubblico. Quando Isabella morì, nel 1924, lasciò scritto nel suo testamento che: ”l’allestimento delle opere d’arte all’interno del museo doveva rimanere tale e quale come lei l’aveva disposto”.
Tutt’ora il museo ISABELLA STEWART GARDNER ospita nelle proprie sale l’allestimento datole da questa grandissima filantropa.

Il furto all’Isabella Stewart Gardner Museum

Il 18 marzo 1990, all’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston avvenne uno dei furti più clamorosi della storia dell’arte: due ladri rubarono 13 opere d’arte dal valore complessivo di 500 milioni di dollari. Gli oggetti non sono mai stati ritrovati e il loro caso rimane un mistero.
Ci sono molte domande a cui tutt’oggi non riusciamo a dare risposta ad esempio: il furto fu compiuto in 81 minuti. I ladri entrarono al museo nella notte travestiti da poliziotti ed ebbero tutto il tempo di ritagliare tele e disegni dai loro supporti e cornici.

Niente telecamere al museo

Purtroppo il museo non aveva telecamere di sorveglianza, ma solo rilevatori di movimento. Secondo questi ultimi, i rapinatori si diressero subito verso la Sala olandese, la prima tappa per il furto e quella in cui si registrarono le perdite più grav. Tre opere di Rembrandt, tra cui il suo unico paesaggio marino, Cristo nella tempesta sul mare di Galilea (1633); uno dei 36 dipinti di Vermeer conosciuti ancora esistenti il Concerto a Tre (1666-1667); e disegni e opere di Degas, Manet e Flinck.

Nonostante le numerose indagini, gli investigatori dell’FBI si ritrovarono ad avere più domande che risposte. Soprattutto ci si chiese perché non rubarono un dipinto di Tiziano come Il ratto di Europa dal valore inestimabile.

Rembrandt, Cristo nella tempesta sul mare di Galilea
Vermeer, Concerto a tre

La lettera anonima

Nel 1994 il Museo ricevette una lettera anonima che proponeva una trattativa. Le opere rubate sarebbero state restituite in cambio dell’immunità dei ladri e di 2,6 milioni di dollari.
Nel 2015 la svolta dall’Fbi: caso risolto, ecco i responsabili, George Reissfelder e Lenny Di Muzio entrambi morti nello stesso anno del furto.

Una ricompensa da 10 milioni di dollari

Il Museo non si dà pace e continua a indagare. Sul sito www.gardnermuseum.org si offre “una ricompensa di 10 milioni di dollari per informazioni che portano direttamente al recupero di tutte le 13 opere in buone condizioni. Quelle che vedete in foto sono alcune delle opere rubate.

Categories: Mostre & Musei
Giulia Bertuccelli: Storica dell’arte laureata all’Università di Pisa. Affianca per un anno una ditta privata di restauro (tirocinio- Ditta Restauro Garosi, Firenze) poi si forma professionalmente come assistente di galleria, trasferendosi in un secondo momento a Barcellona e lavorando per Espronceda Institute of Art and Culture. Fondatrice del blog Mag Arte, sogna l'estinzione dell' ignoranza. Ama leggere disegnare e scrivere poesie. Ha un forte senso del dovrei e dimostra meno danni di quelli che ha.

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