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Afro Basaldella: Artista del Colore e dell’Emozione

Afro Basaldella è stato un importante pittore italiano del XX secolo, nato il 4 marzo 1912 a Udine e morto il 24 luglio 1976 a Zurigo. Era uno dei fratelli Basaldella, tra i maggiori esponenti dell’arte informale e astratta in Italia, e ha avuto un ruolo importante nella scena artistica italiana del dopoguerra.

Afro Basaldella, La scheggia, 1956, Fondazione Cariverona, Verona

… non ho paura della parola ‘sogno’, non ho paura della parola ‘lirica’ o della parola ‘emozione’ … Io spero che nelle mie pitture circoli un presentimento, una speranza, come di un’alba.

Afro Basaldella
Afro Basaldella

Vi Siete mai Persi Dentro i Colori di un Quadro?

Beh…se non state attenti questo è il rischio che si corre osservando le opre di Afro Basaldella

La pittura di Afro, difatti, è evocazione, memoria, pura emozione. Impossibile non restarne colpiti. 

Membro della Scuola Romana prima, esponente dell’Informale Italiano poi, Afro è una figura centrale dell’astrattismo internazionale

Nato a Udine il 4 marzo 1912, si forma tra Firenze e Venezia, dove consegue il diploma in pittura nel 1931.

Afro Basaldella si Trasferisce a Milano

Il pittore Basaldella si trasferisce a Milano con il fratello Mirko, e insieme frequentano lo studio di Arturo Martini. Qui conosce Renato Birolli ed Ennio Morlotti, che esporranno assieme a lui alla galleria Il Milione, dove Afro terrà nel 1935 la sua prima personale. 

Nel 1935 va a  Roma dove espone alla II Quadriennale con opere ispirate a Corrado Cagli e alla Scuola romana.

Basaldella e l’Insegnamento a Venezia

Durante il secondo conflitto insegna mosaico all’Accademia di Belle Arti di Venezia. La sua pittura di questi anni, costituita prevalentemente da nature morte e ritratti risente dell’influsso della pittura cubista, una premessa per il successivo passaggio all’astrazione.

Intanto in Italia arrivano due dei nomi più importanti dell’Espressionismo astratto, Pollock Rothko, grazie alla lungimiranza della collezionista Peggy Guggenheim che li propone alla Biennale di Venezia 1948, la prima edizione post-guerra. 

Peggy Guggenheim durante l’allestimento del Padiglione Greco, alla XXIV Biennale di Venezia, 1948

Afro Basaldella Espone al MoMa di New York

Proprio in quell’anno il pittore viene selezionato tra gli artisti che avrebbero esposto alla mostra Twentieth Century Italian Art, che si sarebbe tenuta al MoMA di New York  dal 28 giugno- al18 settembre 1949.

La mostra ha rappresentato la prima importante occasione per il pubblico e la critica americana di conoscere la produzione artistica italiana della prima metà del Novecento

Fotografia della mostra Twentieth Century Italian Art, MoMA, New York, 28 giugno-18 settembre 1949

Afro e il Successo in America

Questa occasione ha costituito l’esordio americano di Afro Basaldella, permettendogli di divenire uno degli artisti più apprezzati dalla critica, dal pubblico e dai collezionisti tra gli anni ’50 e la metà degli anni ’60, grazie anche al sostegno della Catherine Viviano Gallery.

Il soggiorno negli Stati Uniti permetterà ad Afro di farsi conoscere ma anche di entrare in contatto in maniera ravvicinata con l’Informale, rimanendo particolarmente affascinato dall’Action Painting di Jackson Pollock e soprattutto dalla pittura di Arshile Gorky

Arshile Gorky, After Xhorkum, 1942, Art Institute of Chicago

Di questo artista Afro dirà:

“Questa pittura mi ha dato coraggio. Intrepido, emozionati, pieno d’amore Arshile Gorky mi ha insegnato a cercare la mia verità senza falsi pudori, senza ambizioni o remore formalistiche. Da essa ho appreso più che da qualunque altra, a cercare soltanto dentro di me: dove le immagini sono ancora radicate alle loro origini oscure, alla loro sincerità inconsapevole” (1957). 

Nel periodo a cavallo tra il 1955 e il 1968 il pittore si afferma a livello internazionale.

Il Gruppo degli Otto

Sono gli anni del suo legame con il Gruppo degli Otto (dal 1952-54), della Biennale del’56 dove viene premiato come miglior pittore italiano, del grande murale per il Palazzo dell’UNESCO (1958) a Parigi. 

Anni in cui aumentano i flussi e gli scambi tra le varie correnti artistiche tra Italia e Stati Uniti, grazie al vivo interesse del mercato americano.

Afro Basaldella in Mostra a Venezia

La mostra in corso presso la Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro a Venezia (Afro 1950-1970). Dall’Italia all’America e ritorno / From Italy to America and Back, 21 aprile – 23 ottobre 2022) celebra proprio questo periodo della carriera artistica di Afro, tra espressionismo e lirismo astratto. 

Il manifesto della mostra presso la Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro a Venezia (Afro 1950-1970)

Basaldella e le grandi tele

Dal periodo lagunare degli schizzi veloci, che richiamano l’influenza del Cubismo francese, per arrivare alle grandi tele dove la figurazione ha ormai lasciato spazio alle campiture di colore intessute con i segni veloci, memori soltanto del sentimento e dell’interiorità dell’artista. Sono gli anni in cui raggiunge il suo obiettivo: far diventare la sua pittura la “realtà stessa del sentimento e non la sua rappresentazione”.

Dalla fine degli anni Sessanta la pittura di Afro Basaldella diventa più gestuale e le pennellate più spesse e decise creano delle immagini evocative ma più oscure: il nero torna protagonista dei suoi dipinti e la composizione diventa più complessa. 

Afro, tuttavia, continua a cercare dentro di sé la propria verità, celebrando la libertà del colore e la pittura come memoria e sentimento, così come aveva imparato da Gorky

Afro Basaldella, Grande nero, 1967, Collezione privata
Alice Meini: Dopo la aurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Pisa, ha lavorato come mediatore museale e operatore bibliotecario. Successivamente ha conseguito un master in Progettazione di attività e percorsi didattici per le istituzioni culturali presso lo IED di Venezia con una tesi sulla peer education nei musei. Sogna un museo partecipativo, inclusivo e accessibile in grado di favorire il coinvolgimento attivo e creativo dei visitatori. Appassionata di cinema e letteratura, ama -anche troppo- le citazioni…pertanto ha deciso di chiudere questa bio con le parole di Enzo Mari: “tutti dovrebbero progettare…è l’unico modo per non essere progettati”.

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