Urlo Rubato di Munch

L’Urlo di Munch ha affrontato molte sfide lungo il suo percorso. Quest’opera d’arte iconica è stata vittima di furto non una, ma ben due volte. Tuttavia, nonostante questi incidenti, l’Urlo è riuscito a ritrovare la sua dimora originale. È una storia di resilienza e determinazione, in cui l’Urlo di Munch ha dimostrato la sua forza e ha conquistato il suo posto di rilievo nell’arte mondiale.

I furti nel mondo dell’arte

I furti d’arte sono stati commessi fin dall’antichità e, purtroppo, continuano ad essere un problema attuale in tutto il mondo. Le opere d’arte sono oggetti di grande valore culturale, storico ed economico, e il loro furto rappresenta un grave crimine che danneggia il patrimonio culturale dell’umanità.

Tuttavia, il fascino e il valore delle opere d’arte le rendono spesso prede appetibili per i ladri, che cercano di sottrarle da musei, gallerie, chiese e collezioni private per poi venderle sul mercato nero. Gli sforzi per prevenire e combattere i furti d’arte sono quindi fondamentali per proteggere il patrimonio artistico mondiale.

L'Urlo di Munch
L’Urlo di Munch

Il furto del celebre dipinto l’Urlo di Munch: un caso di rilevanza internazionale

Uno dei furti più clamorosi e famosi della storia è quello che riguarda L’Urlo di Munch. Il Museo Munch possedeva tre versioni del dipinto, solo una esposta, e le altre due conservate in magazzino. L’opera esposta è stata rubata ben due volte a distanza di dieci anni.

Il Primo Furto de L’Urlo di Munch

Il primo avvenne il 12 febbraio 1994, il dipinto esposto alla Galleria Nazionale di Oslo è stato trafugato il giorno dell’inaugurazione dei XVII Giochi Olimpici invernali.
I ladri entrarono facilmente all’interno del museo: sfondarono solo una finestra per accedervi. L’allarme scattò subito, ma il custode non ebbe il tempo di intervenire. In soli 50 secondi rubarono L’Urlo di Munch, i ladri al suo posto lasciarono un biglietto molto impertinente: «grazie per le misure di sicurezza così scarse».

Il primo ritrovamento del dipinto

Tre mesi dopo, in un albergo di Åsgårdstrand, l’opera venne ritrovata integra, senza alcun danno. Si racconta che il furto fu rivendicato da un movimento antiabortista, che avrebbe restituito il dipinto,  a condizione che venisse trasmesso, in televisione, un documentario contro l’aborto, intitolato L’Urlo Silenzioso.

Non è dato sapere se la proposta di scambio venne accettata o no, ma quello che sappiamo con certezza è che il dipinto riprese il proprio posto per merito del lavoro di due poliziotti in incognito: gli agenti si finsero interessati all’ acquisto del dipinto per 250 mila sterline.

Il Secondo Furto de L’Urlo di Munch

Nel 2004 avvenne secondo furto, un gruppo di sconosciuti trafugò due dipinti di Munch dal Munch-Museet: L’Urlo e la Madonna.

Durante il regolare orario di apertura, i malviventi entrarono all’interno del museo, erano le 11,10 di domenica 22 agosto. Erano mascherati e armati di lupara minacciarono i visitatori del museo,  costrinsero le guardie ad eseguire i loro ordini. Fu un’operazione molto pericolosa rischiarono di provocare feriti o addirittura morti.

Per la polizia norvegese il ritrovamento dei dipinti divenne una priorità assoluta, furono fermate molte persone fino alla fine del 2005, erano presunti sospettati di aver partecipato al furto direttamente o indirettamente. Di queste, cinque furono arrestate.

Il secondo ritrovamento dell’Urlo di Munch

Il 31 agosto del 2006 dopo due anni la polizia norvegese ha recuperato i dipinti.
Fu affermato dalla polizia che i dipinti, al ritrovamento, si trovavano in buono stato. In realtà i quadri era rovinati dalle inadatte condizioni di conservazione e dall’umidità.

I dipinti furono restaurati e fu restituito loro l’aspetto originale, anche se ormai  compromesso a causa dell’umidità e dal cattivo stato conservativo. Dal 23 maggio 2008 le due opere sono tornate in esposizione alla Galleria Nazionale di Oslo.

Chiara Martine Menchetti

Storica dell’arte specializzata in iconografia e iconologia con una specializzazione in Storia dell’arte all’università di Pisa. Si forma professionalmente prima come assistente di galleria, Barbara Paci, poi come Direttrice della Galleria Vecchiato Arte. Dal 2019 collabora per Art-Test, società di studi e analisi diagnostiche, per attribuzioni e autenticazioni. Fondatrice del blog Mag Arte, vive di arte e di mare. Ma il suo vero sogno sarebbe stato fare la cantante, cabarettista e ballerina.

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