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I Nudi nell’Arte: un Tema Duro da Affrontare?

Non sempre è facile trattare il tema della nudità, e scadere nella volgarità è quasi certo, ma non quando si parla di nudi nell’arte.
Nonostante i tempi moderni ci vogliano far credere il contrario, un corpo nudo è indice della concezione estetica e soprattutto morale di una società. Anche se può sembrare incredibile i genitali maschili rappresentano un metro per misurare la nostra cultura. Vi assicuro che non è una metafora.

Francesco Urbini, Piatto con testa composita di falli (1536; maiolica, diametro 23,3 cm, altezza 6,1 cm; Oxford, Ashmolean Museum)

Nudi da sempre

Tutti abbiamo in mente i bellissimo marmi greci. Ovviamente il nudo non viene solo copiato dalla natura, l’artista lo trasforma esteticamente in qualcosa di elevato, irraggiungibile, all’apparenza poco utile e con scopi quasi illustrativi e decorativi… ma non è così!
Nella vita reale e quotidiana un corpo nudo, maschile o femminile che sia, viene immediatamente associato a qualcosa di erotico, ma non per quanto riguarda l’arte. Da questa figura elevata derivano significati della sfera mitologica, religiosa e ideale: una dimensione eterea della bellezza del corpo e della sua anatomia, una vera e propria celebrazione della bellezza del corpo.

I nudi nell’arte nel Medioevo

Il Medioevo, seppur brevemente, censura la nudità e solo nel Rinascimento vediamo riapparire la bellezza dei corpi nudi.

Lo studio del corpo umano e la sua rappresentazione artistica, dalla scultura alla pittura, è stata una costante in tutta la storia dell’arte a partire dalla preistoria con l’indimenticabile  e magnifica Venere di Willendorf fino alla  contemporaneità.

Il David di Michelangelo: il nudo, nell’arte, più famoso

Quanti di voi trovandosi di fronte alla bellezza del David, un capolavoro rinascimentale di bellezza indiscussa, hanno pensato che non fosse proprio proporzionato… o forse “non molto dotato”.

Dettaglio del David di Michelangelo

La scultura realizzata da Michelangelo è proporzionalmente perfetta…si, anche le sue parti basse… rispettano tutti i dogmi delle proporzioni classiche. Per i greci antichi il fine principale era quello di raggiungere la perfezione estetica, e rappresentare un pene grande, in erezione o di grandezza normale, non era per niente gratificante, tantomeno elegante. Assumeva, al contrario, un’accezione negativa e di disprezzo: solo gli schiavi e i non greci  i “forestieri” venivano rappresentati con peni enormi, agli occhi dei greci risultavano orribili.

Priapo e la sua nudità

Pensate al “povero” Priapo non nudo ma quasi, un leggendario eroe della mitologia greca e romana, ricordato non tanto per le sue gesta, ma per la lunghezza del suo pene. Nonostante si possa pensare che non si  tratti di un difetto, bensì una dote divina, il suo essere fuori misura era un castigo divino. La colpa da espiare? Priapo è figlio di Zeus e Afrodite, un rapporto adultero, ed Era, moglie di Zeus, tradita e molto arrabbiata scatenò la sua ira sul piccolo Priapo. Lo condannò ad un aspetto grottesco e ridicolo, con grandi genitali.
È indubbio che i tempi siano cambiati, vi era una percezione della nudità e della sessualità diversa a tratti incomprensibile e quasi grottesca.

Priapo, affresco della casa dei vettii di Pompei

Essere nudi e del tutto privi di vestiti comporta, senza alcun dubbio, imbarazzo e vergogna, ma quando si tratta di nudi nell’arte tutte queste sensazioni svaniscono.
C’è differenza fra la semplice nudità di un corpo e il nudo come rappresentazione artistica?

Categories: Temi
Chiara Martine Menchetti: Storica dell’arte specializzata in iconografia e iconologia con una specializzazione in Storia dell’arte all’università di Pisa. Si forma professionalmente prima come assistente di galleria, Barbara Paci, poi come Direttrice della Galleria Vecchiato Arte. Dal 2019 collabora per Art-Test, società di studi e analisi diagnostiche, per attribuzioni e autenticazioni. Fondatrice del blog Mag Arte, vive di arte e di mare. Ma il suo vero sogno sarebbe stato fare la cantante, cabarettista e ballerina.

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