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Belle e alla Moda, le acconciature delle donne nel Rinascimento

L’importanza dei capelli e le varie tipologie di acconciature

PARTE I

La ritrattistica rinascimentale diede importanza alla raffigurazione della testa ed in particolar modo le acconciature assunsero un ruolo centrale insieme all’abbigliamento. Le acconciature italiane nel rinascimento si distinguono da quelle nordiche poichè si presentano molto più sobrie ed armoniose, non vengono adornate con copricapi a cuspide, a pinnacolo o a corna come si può osservare nella ritrattistica fiamminga, anche se ne sono leggermente influenzate.

Ritratto di donna rinascimentale fiammingo

Le donne del rinascimento e l’uso del cappello

L’uso del capello nel rinascimento acquista importanza e diventa l’espressione dello status sociale, quindi, tra Quattrocento e Cinquecento le profonde differenze fra ceti sociali e gerarchie si potevano distinguere non solo dall’abbigliamento, ma anche dalle acconciature.

Le donne del popolo dovevano arrangiarsi con quello che avevano per potersi abbellire il capo: le fanciulle e le giovani donne portavano, specie nei giorni di festa, capelli sciolti adornati da ghirlande di fiori e foglie fresche, da gioielli fatti di piccole bacche e legnetti ricamati con fili di erba o paglia.

Le popolane sposate usavano bendare i lunghi capelli: generalmente venivano arrotolati in due torciglioni e successivamente annodati all’estremità del capo o dietro il collo. C’era anche l’usanza, dopo qualche anno di matrimonio, di tagliarsi i capelli molto corti e di tenerli completamente fasciati con una lunga benda come a creare un turbante.

In questa immagine possiamo osservare diversi tipi di acconciature in voga nel rinascimento

I capelli sciolti come arma di seduzione

Durante il periodo rinascimentale i capelli sciolti erano considerati una potentissima arma di seduzione, un simbolo sfacciato di femminilità e per questo consentito solo a chi era in cerca di marito. Solo le cortigiane potevano lasciarsi i capelli sciolti: esse erano chiamate da candela o da lume perché la loro prestazione durava il tempo di una candela.

Le cortigiane honorate, invece, non appartenevano allo stesso rango di quelle da lume: esse erano donne colte, che suonavano il liuto e scrivevano poesie e per distinguersi dalle altre cortigiane portavano i capelli raccolti.

Invece le fanciulle e le donne non sposate della nobiltà potevano permettersi di portare i capelli sciolti sulle spalle adornati, molto spesso, con nastri fissati a piccole ciocche che correvano per parte della lunghezza dei capelli, oppure con morbidi intrecci di ciocche e nastri volti a scoprire la fronte.

I canoni rinascimentali della bellezza femminile

Le nobildonne seguivano i canoni di bellezza rinascimentali: pelle molto chiara, capelli biondi o ramati, fronte e collo rasati per scoprire più possibile la fronte e far apparire il collo più lungo, le sopracciglia dovevano essere molto scure e le gote rosee. Il colore dei capelli biondo e ramato era ottenuto con procedimenti di tintura simili a quelli usati per i tessuti, oppure grazie a lunghi periodi di esposizione al sole con i capelli imbevuti da un infuso di camomilla.

Niente abbronzatura per le donne nel rinascimento

L’esposizione della pelle al sole era assolutamente vietata perché la donna nobile non doveva avere il colorito della pelle come quello delle contadine, ma doveva mantenere una pelle candida, di alabastro.

Gli elisir di Nostradamus

Uno dei Guru di bellezza, fu Michel de Nostradamus che con il suo libro intitolato “Gli elisir di Nostradamus” fornisce delle ricette di bellezza per tutte le donne che vogliono stare al passo con la moda!

Parrucchieri rinascimentali

Vi furono altri scrittori che si dedicarono agli elisir o comunque posero attenzione alla cura per il corpo e alla cosmesi come per esempio Caterina Sforza che scrisse un manuale dedicato alle donne e alla loro cura personale; oppure Cesare Vecellio che nel suo libro “Habiti antichi et moderni di tutto il mondo” descrive la tecnica di procedimento della colorazione, o per meglio dire decolorazione.

Le tinture per capelli non erano importanti solo perché conferivano una diversa colorazione ma perché suggerivano “la salute e la vigoria del corpo a cui appartenevano”.
Non solo quindi si dava importanza al colore, ma a seconda di come una donna acconciava i capelli si poteva capirne il rango di appartenenza.

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Giulia Bertuccelli: Storica dell’arte laureata all’Università di Pisa. Affianca per un anno una ditta privata di restauro (tirocinio- Ditta Restauro Garosi, Firenze) poi si forma professionalmente come assistente di galleria, trasferendosi in un secondo momento a Barcellona e lavorando per Espronceda Institute of Art and Culture. Fondatrice del blog Mag Arte, sogna l'estinzione dell' ignoranza. Ama leggere disegnare e scrivere poesie. Ha un forte senso del dovrei e dimostra meno danni di quelli che ha.

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