Uno studio condotto da un’ associazione britannica, rivela che è possibile che combattere lo stress al museo.

Lo stress della vita quotidiana

Tutti sappiamo quanto sia frenetica la vita di tutti i giorni, siamo anche consapevoli di come una pausa pranzo non riesca a farci staccare. Ma una visita al museo, seppur breve potrebbe, risolverci la giornata.

Per dimostrare questo due ricercatrici inglesi Clow e Fredhoi, hanno realizzato uno studio simile nel 2006. Ventotto lavoratori impiegati nel centro di Londra, sono stati invitati alla Guildhall Art Gallery, per una visita di mezz’ora.


Hanno visitato liberamente le sale del museo, ma prima e dopo è stato fatto loro un test salivare per misurare il livello di stress. 
I risultati sono stati stupefacenti, infatti quella semplice pausa pranzo fra la bellezza dell’arte ha ridotto lo stress ad un livello che solitamente si raggiunge in 5 ore.
Un recente studio ha dimostrato che i ragazzi britannici si recano al museo proprio per scaricare le proprie tensioni dovute allo stress quotidiano. Alcune analisi riportano che il 6% della popolazione inglese visita regolarmente collezioni d’arte, il 13% degli under 30 anni si reca al museo e gallerie ogni mese. La motivazione a quanto pare sembra essere la medesima: contrastare l’ansia causata dalle pressioni della vita contemporanea. 

Ma sempre da questa analisi sembra emergere, che l’ansia è in aumento (erano necessari degli studi? Non credo) un po’ per tutta la popolazione.

Per contrastare questo problema l’Art Fund ha preso l’iniziativa di estendere il National Art Pass a tutti i britannici fino ai 30 anni. Il portavoce di Art Fund ha dichiarato “Ci auguriamo che offrendo un pass ampliato saremo in grado di ridurre i costi e incoraggiare più visite a musei e gallerie da parte di questa fascia di età”

In Italia com’è la pausa pranzo?

In italia, ovviamente, la prima città che potrebbe aderire a questa iniziativa è Milano.

A quanto pare, però, l’offerta è ancora in fase embrionale e scadente, al momento nessun museo ha esplicitamente aderito e promosso la “pausa pranzo al museo” per ridurre lo stress da lavoro. 

Un’idea ancora in via di sviluppo?

Per ora sono state proposte, solamente, delle visite guidate in fasce orarie “speciali” a quanto pare adattate ai vari impegni dei lavoratori del centro. Fra coloro che hanno aderito: il Castello Sforzesco e il Poldi Pezzoli.

Questi musei potrebbero cogliere l’occasione per valorizzare e promuovere le lori collezioni e varie iniziative, promuovendone la loro conoscenza e fruibilità. Inoltre sarebbe un importante beneficio per la salute della comunità, fattore da non tralasciare.

Chissà se i musei italiani riusciranno a comprendere l’importanza di questo servizio, inoltre potrebbe essere un buon investimento per il futuro. Sarebbe un buon modo per farsi conoscere anche da chi ha non ha abbastanza tempo per la cultura e per visitare un museo, sfruttando la tranquillità della pausa pranzo e aiutando i propri cittadini, dando un contributo sociale.

Chiara Martine Menchetti

Storica dell’arte specializzata in iconografia e iconologia con una specializzazione in Storia dell’arte all’università di Pisa. Si forma professionalmente prima come assistente di galleria, Barbara Paci, poi come Direttrice della Galleria Vecchiato Arte. Dal 2019 collabora per Art-Test, società di studi e analisi diagnostiche, per attribuzioni e autenticazioni. Fondatrice del blog Mag Arte, vive di arte e di mare. Ma il suo vero sogno sarebbe stato fare la cantante, cabarettista e ballerina.

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