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Marlene Dumas è una famosa artista visiva sudafricana nata nel 1953 a Città del Capo. È nota per la sua arte figurativa, spesso rappresentante figure umane in modo provocatorio e surreale. Le sue opere sono caratterizzate da colori intensi e vibranti, e spesso si concentrano sul tema della sessualità, della morte e della politica. Dumas ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali per il suo lavoro, ed è considerata una delle artiste più importanti e influenti del nostro tempo.

La pittura è la traccia del tocco umano, è la pelle di una superficie. Un dipinto non è una cartolina.

Marlene Dumas

L’arte di Marlene Dumas rappresenta lo spettro completo delle emozioni umane.

Sono un’artista che utilizza immagini di seconda mano ed esperienze di primo ordine.

Marlene Dumas

I suoi famosi «ritratti in assenza», da lei realizzati ispirandosi a ritagli di giornale, a polaroid, ai film fino ai servizi dei tg, sono difatti opere seducenti, ipnotiche e talvolta disturbanti.

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Dumas fra sentimenti e cronaca

Amore, morte, questione di genere e razziali, paura, innocenza, tenerezza si intrecciano con fatti di cronaca, di attualità e della cultura in una continua riflessione sulla natura umana ma anche sull’atto stesso di dipingere.

Potrebbe essere un primo piano raffigurante una o più persone

L’artista con le sue opere ci ricorda che il flusso continuo di immagini entro il quale siamo quotidianamente immersi interferisce profondamente con la percezione che abbiamo di noi stessi e del mondo. «Guardare istantanee non ci porta alla verità, ma ci induce in tentazione. Ora che sappiamo che le immagini possono assumere qualsiasi significato venga loro attribuito da chiunque, non ci fidiamo di nessuno, specialmente di noi stessi», spiega Dumas.

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Marlene Dumas. Open-End: la mostra a Palazzo Grassi a Venezia

Per tutte queste ragioni non dobbiamo lasciarci sfuggire la mostra Marlene Dumas. open-end che Palazzo Grassi a Venezia dedica all’artista (fino all’8 gennaio 2023).

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Curata da Caroline Bourgeois presenta oltre 100 opere dell’artista con una selezione di dipinti e disegni che vanno dal 1984 a oggi. Dumas, che ha collaborato con i curatori realizzando la guida alle sale, definisce la mostra «un’esposizione sulle storie d’amore e i loro diversi tipi di coppie, giovani e vecchie, sull’erotismo, il tradimento, l’alienazione, l’inizio e la fine, il lutto, le tensioni tra lo spirito e il corpo, le parole (titoli e testi) e le immagini».

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Alice Meini

Dopo la aurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Pisa, ha lavorato come mediatore museale e operatore bibliotecario. Successivamente ha conseguito un master in Progettazione di attività e percorsi didattici per le istituzioni culturali presso lo IED di Venezia con una tesi sulla peer education nei musei.
Sogna un museo partecipativo, inclusivo e accessibile in grado di favorire il coinvolgimento attivo e creativo dei visitatori. Appassionata di cinema e letteratura, ama -anche troppo- le citazioni…pertanto ha deciso di chiudere questa bio con le parole di Enzo Mari: “tutti dovrebbero progettare…è l’unico modo per non essere progettati”.

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