Emilio Greco - Scultore e Disegnatore

Emilio Greco è da considerarsi uno dei pilastri fondamentali della scultura italiana nel secondo Novecento. La sua opera si distingue per l’abilità straordinaria nel dialogare con la tradizione e la classicità dell’arte, creando un legame profondo tra passato e presente.

Un Percorso Artistico Multiforme

Emilio Greco, Figura Accoccolata
Emilio Greco, Figura Accoccolata

L’arte di Emilio Greco è una testimonianza di un percorso artistico che si snoda attraverso una vasta gamma di influenze e stili. Dal richiamo alla scultura etrusca all’ispirazione tratta dalla ritrattistica romana, dal raffinato manierismo al sontuoso barocco, Greco ha saputo intraprendere un viaggio creativo che lo ha portato a interagire in modo originale con le diverse epoche e con altri artisti contemporanei, tra cui spiccano nomi come Arturo Martini, Marino Marini, Moore e Pevsner. Questa ecletticità artistica ha contribuito a modellare la sua espressione unica e riconoscibile.

L’Umanità e la Sensualità nelle Opere

Le sculture di Emilio Greco, immerse in una ricerca essenzialmente figurativa, emanano una profonda umanità. La fusione tra questa umanità e una dolcezza sensuale, insieme a una sottile vena malinconica, conferisce alle sue opere un’immediatezza emozionale che colpisce lo spettatore. Ogni scultura sembra raccontare una storia, rivelando il talento dell’artista nel catturare le complesse sfumature dell’esperienza umana.

Emilio Greco: Il Maestro del Disegno

Disegno di Emilio Greco
Disegno di Emilio Greco

Oltre alla sua abilità straordinaria nella scultura, Emilio Greco ha lasciato un’impronta significativa come disegnatore. Pablo Picasso stesso lo definì il “più grande disegnatore che abbiamo in Europa”. Le sue opere grafiche sono caratterizzate da una precisione straordinaria e da una padronanza dell’uso della linea che testimonia la sua maestria nel rappresentare forme e contorni con grande espressività.

L’eredità di Emilio Greco: Opere Celebri

L’eredità artistica di Emilio Greco è incisa nella memoria collettiva grazie a opere indimenticabili. Tra queste, Pinocchio e la fatina (1956), realizzata per il Parco di Collodi, rappresenta un connubio tra l’immaginario fiabesco e l’abilità scultorea dell’artista. Altrettanto rilevante è il Monumento a Papa Giovanni XXIII situato in San Pietro, un omaggio monumentale che cattura l’essenza spirituale del soggetto. Non da meno sono le Porte del Duomo di Orvieto (1970), un’opera che simboleggia l’ingresso in un mondo di significati profondi attraverso la sua straordinaria fusione di forma e simbolismo.

Alice Meini

Dopo la aurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Pisa, ha lavorato come mediatore museale e operatore bibliotecario. Successivamente ha conseguito un master in Progettazione di attività e percorsi didattici per le istituzioni culturali presso lo IED di Venezia con una tesi sulla peer education nei musei.
Sogna un museo partecipativo, inclusivo e accessibile in grado di favorire il coinvolgimento attivo e creativo dei visitatori. Appassionata di cinema e letteratura, ama -anche troppo- le citazioni…pertanto ha deciso di chiudere questa bio con le parole di Enzo Mari: “tutti dovrebbero progettare…è l’unico modo per non essere progettati”.

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