Alberto Savinio

“In Alberto Savinio, non esiste l’incongruo, ma il fantastico. In lui, non si ricorre ad allucinazioni, né ad abbandoni verso l’irrazionale. Alle evanescenze oniriche egli contrappone una nietzschiana volontà di potenza. Vuole dare forma all’informe, coscienza a ciò che è senza coscienza. Il suo intento: donare al mondo una possibile perfezione”.

Alberto Savinio, fratello di Giorgio de Chirico
Alberto Savinio, fratello di Giorgio de Chirico

Chi era Alberto Savinio?

Alberto Savinio, pseudonimo di Andrea Francesco Alberto de Chirico, è stato un importante scrittore, pittore e compositore italiano. Noto per essere il fratello di Giorgio de Chirico, Alberto Savinio ha sviluppato una poetica molto personale e diversificata nelle sue opere.

Savinio si caratterizza per un approccio surreale e fantastico, in cui le sue opere spesso esplorano mondi onirici e irrazionali. La sua scrittura è ricca di immagini evocative, giochi di parole e riferimenti culturali, creando una dimensione letteraria unica e sorprendente.

Alberto Savinio, un artista completo

Savinio era interessato all’arte, alla musica e alla letteratura, e queste influenze si riflettono nelle sue opere. La sua produzione letteraria comprende racconti, romanzi e saggi critici. La sua narrativa spazia dall’umorismo al misticismo, spesso mescolando elementi fantastici con riflessioni filosofiche.

Alberto Savinio lisola dei giocattoli
Alberto Savinio lisola dei giocattoli

Nel complesso, la poetica di Savinio si basa sull’esplorazione dell’inconscio, la fusione di mondi reali e immaginari, e l’uso creativo della lingua per trasmettere sensazioni ed emozioni profonde.

Nelle Letterature dipinte,si palesa il profondo legame che unisce pittura e letteratura. Se i rimandi tra le due arti tentano verso facili interpretazioni, non bisogna però dimenticare, come sostiene Tiziano Scarpa, che 

se uno scrittore quella cosa l’ha dipinta, pur potendo scriverla, è proprio perché non avrebbe potuto scriverla. E se un pittore quell’altra cosa l’ha scritta, pur potendo dipingerla, è perché non avrebbe potuto dipingerla. 

Ovvero, Savinio non è Flaubert, che dichiarò di aver scritto un intero romanzo, L’educazione sentimentale, per evocare il colore della pittura scrostata di un davanzale. Savinio avrebbe potuto dipingerlo.

Alice Meini

Dopo la aurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Pisa, ha lavorato come mediatore museale e operatore bibliotecario. Successivamente ha conseguito un master in Progettazione di attività e percorsi didattici per le istituzioni culturali presso lo IED di Venezia con una tesi sulla peer education nei musei.
Sogna un museo partecipativo, inclusivo e accessibile in grado di favorire il coinvolgimento attivo e creativo dei visitatori. Appassionata di cinema e letteratura, ama -anche troppo- le citazioni…pertanto ha deciso di chiudere questa bio con le parole di Enzo Mari: “tutti dovrebbero progettare…è l’unico modo per non essere progettati”.

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